Prefazioni
Gli autori di questo importante volume dedicato a Italo Sport hanno potuto ricostruire, su un ricco archivio aziendale e familiare, una straordinaria storia fatta di protagonisti ed eventi che, oltre a intrecciarsi con la storia dello sport nazionale a livello agonistico in varie discipline hanno accompagnato intere generazioni di uomini e di donne a una pratica sportiva non occasionale, nonché all’utilizzo di una moda più confortevole, ma comunque raffinata ed elegante, nel guardaroba da giorno e da lavoro di fasce sociali sempre più ampie.
Protagonisti di questo racconto sono Italo e Gianpaola Taffa, a cui la figlia Rossella, dedica un testo pieno di affetto e di consapevole riconoscenza, ricostruendo la trama di un percorso simbolo di quel family business che rappresenta la peculiarità del sistema produttivo italiano.
Lea Pricoli
Riassumere in poche righe quello che Italo Sport ha rappresentato a Milano negli anni cinquanta sarebbe riduttivo e al tempo stesso complicato. lo posso tranquillamente dire che per una ragazzina giovane, come a quei tempi ero io, Italo Sport rappresentava la vetrina dentro la quale luccicavano racchette piene di magia. Racchette e completini da tennis che io non potevo permettermi il lusso di comprare, perché mio padre aveva perso tutto in Africa.
Quindi mi limitavo a sognare che un giorno, diventando brava, avrei potuto realizzare il sogno della vita. E posso dire che, dopo aver vinto i campionati juniores e quelli di seconda categoria, ero riuscita finalmente ad affermarmi e a farmi conoscere al punto da potere ottenere in omaggio alcune di quelle racchette meravigliose a lungo sognate davanti alle vetrine.
Ninna Quario
Sentire parlare di Italo Sport mi riporta indietro negli anni, tanti anni, quelli della mia gioventù a Milano, quando fare sport e soprattutto andare in montagna a sciare era un’avventura, quando andare in giro per la città con una tuta da ginnastica e la giacca a vento ti faceva additare come persona stravagante, tanto più se eri una donna.
Quante cose sono cambiate negli ultimi quarant’anni, sembra di vivere in un altro mondo! Ma la storia non va dimenticata, anzi, va tramandata e condivisa, faccio quindi un bell’applauso a questa iniziativa che ci fa rivivere quel periodo magico e indimenticabile.