La vicenda di Italo Sport è di grande interesse anche per quanto riguarda un altro ambito di studi ovvero quello sulla moda.
Essa infatti può essere letta come caso esemplare nell’articolato processo che ha portato alla nascita e alla piena affermazione del sistema moda nei due decenni successivi alla seconda guerra mondiale, momento cruciale nella costruzione della nuova identità economica, culturale e politica della penisola, e in particolare di Milano, attraverso un graduale inserimento nello scenario internazionale.
Il fondamentale passaggio dalla sartoria al prêt-à-porter, ovvero dal “su misura” alla produzione in serie, attenne a un più ampio contesto che vide alcuni distretti manifatturieri, e in particolare quello lombardo, divenire, negli anni del miracolo economico, laboratori strategici fatti di investimenti, competenze e professionalità.
Comparso nel guardaroba delle élite aristocratiche e altoborghesi nella seconda metà dell’Ottocento, l’abbigliamento sportivo, parallelamente alla pratica sportiva, si è diffuso andando a occuparvi uno spazio sempre crescente, fino a conquistare negli ultimi decenni del Novecento un ruolo fondamentale.
È di grande interesse dunque analizzare il rapporto tra sport e moda, mettendo a fuoco l’influenza che il primo ha avuto sulla seconda, non solo nella produzione di quei capi di vestiario e dell’attrezzatura destinati all’attività sportiva, ma anche nell’ispirare linee, fogge e tessuti che hanno connotato uno stile sempre più diffuso di abbigliamento per il tempo libero e per la vita quotidiana nelle città.