La moda sportiva tra agonismo e casual

La vicenda di Italo Sport è di grande interesse anche per quanto riguarda un altro ambito di studi ovvero quello sulla moda.
Essa infatti può essere letta come caso esemplare nell’articolato processo che ha portato alla nascita e alla piena affermazione del sistema moda nei due decenni successivi alla seconda guerra mondiale, momento cruciale nella costruzione della nuova identità economica, culturale e politica della penisola, e in particolare di Milano, attraverso un graduale inserimento nello scenario internazionale.

Il fondamentale passaggio dalla sartoria al prêt-à-porter, ovvero dal “su misura” alla produzione in serie, attenne a un più ampio contesto che vide alcuni distretti manifatturieri, e in particolare quello lombardo, divenire, negli anni del miracolo economico, laboratori strategici fatti di investimenti, competenze e professionalità.

Comparso nel guardaroba delle élite aristocratiche e altoborghesi nella seconda metà dell’Ottocento, l’abbigliamento sportivo, parallelamente alla pratica sportiva, si è diffuso andando a occuparvi uno spazio sempre crescente, fino a conquistare negli ultimi decenni del Novecento un ruolo fondamentale.

È di grande interesse dunque analizzare il rapporto tra sport e moda, mettendo a fuoco l’influenza che il primo ha avuto sulla seconda, non solo nella produzione di quei capi di vestiario e dell’attrezzatura destinati all’attività sportiva, ma anche nell’ispirare linee, fogge e tessuti che hanno connotato uno stile sempre più diffuso di abbigliamento per il tempo libero e per la vita quotidiana nelle città.

Completo da equitazione Italo Sport
Completo da pesca Italo Sport

Dagli anni sessanta, lo sport costituì uno dei più importanti fattori di modernizzazione e internazionalizzazione della società occidentale. Suo ceto di riferimento divenne la classe media, mentre la sua sfera di influenza si allargò fino a comprendere una parte del Terzo Mondo. Nell’ambito dell’abbigliamento sportivo si affermarono i marchi industriali e il total look. Gli ultimi due decenni, infine, hanno visto lo sport dominato dallo stile tecno chic, esteticamente libero e postmoderno.
Fu dunque a partire dalla fine dell’Ottocento che la conquista delle otto ore lavorative e di un giorno e mezzo di riposo settimanale comportò un benessere economico e un livello di istruzione crescenti implicarono come conseguenza anche una nuova attenzione all’igiene e all’allenamento fisico attraverso la pratica sportiva, in particolare durante il cosiddetto “tempo libero”, di cui godevano strati sempre più ampi di popolazione.

Occasioni sociali inedite generarono nuove forme di abbigliamento, idonee e funzionali, progettate nei tessuti e nei colori più adatti alle attività ludiche, che andavano trasformandosi in pratiche sportive amatoriali e agonistiche.

Fu nell’universo femminile tuttavia che avvennero i mutamenti più radicali. Se fino a quel momento infatti alle esponenti dei ceti più abbienti era consentito cimentarsi solo in attività avallate dal comune senso del pudore, come l’equitazione, la caccia, il croquet, il tennis su prato e, con moderazione, il nuoto e le passeggiate in montagna, durante la villeggiatura, lo sport si affermò anche grazie ai suoi portati di anticonformismo nell’abbigliamento. Era infatti sul terreno di gioco, e solo su quello, che le nuove tenute potevano essere indossate.

Il periodo tra le due guerre rinnovò notevolmente la silhouette delle sportive e degli sportivi e segnò una prima svolta nella storia dell’abbigliamento tecnico sul piano quantitativo e qualitativo.

Completo da tennis Italo Sport indossato da Fulvia Colombo

La pratica che comportò i più rapidi e radicali mutamenti di usi e costumi fu senz’altro il ciclismo. Esso rese popolari i pantaloni come indumento femminile: l’avvenimento più significativo nell’ambito della moda del Novecento11. Per secoli riservati in Occidente a donne di dubbia moralità o alle operaie impegnate nelle mansioni più umili, i pantaloni poterono essere indossati, inizialmente in spiaggia, sui campi sportivi e per le attività svolte nel tempo libero. Negli anni cinquanta essi divennero simbolo di giovinezza, in particolare i jeans.
Per la loro praticità, i pantaloni rappresentano l’esempio più importante dell’evoluzione della moda in senso funzionale e al contempo simboleggiano il mito della raggiunta emancipazione della donna nella società occidentale

Gli sport che storicamente hanno contribuito in modo più significativo e duraturo all’innovazione tecnica dei capi di abbigliamento sono stati quelli praticati dove il clima è più rigido: l’alpinismo, lo sci e il pattinaggio su ghiaccio.

Dagli Stati Uniti giunse negli anni settanta il gore-tex, una membrana sintetica antivento, impermeabile e traspirante, come la microfibra, i cui effetti termoregolatori sono tuttora molto apprezzati. Nei decenni successivi, questa tendenza caratteristica dell’activewear a privilegiare i canoni della funzionalità si sarebbe trasmessa con crescente successo alla moda casual.
Tra tutte le discipline, tuttavia, quella che maggiormente si distinse per lo stile di chi la praticava e per l’influenza che esercitò, almeno fino agli anni ottanta, sulla moda e sul lifestyle, fu il tennis, sport d’élite con il golf, l’equitazione e il polo.

Salopette e cappello Italo Sport

In campo femminile, l’abbigliamento seguì per decenni i dettami della moda del tempo, fino a che, nel 1919, Susan Lenglen, una delle prime stelle internazionali dello sport, detta la Divina, non si presentò sul campo di Wimbledon con un completo dalla gonna corta sopra il polpaccio e che lasciava le braccia nude, attirando da subito l’attenzione dei media.

La scelta di indossare capi che non derogassero al confort e alla fantasia fu una componente importante nella trasformazione degli stili di vita.

L’avvento dello street style diede diritto di cittadinanza alla giacca a vento di piumino e alle scarpe da vela, alle sneakers, alla T-shirt e alla felpa.

1. Italo sport: alta moda e moda boutique

Italo Sport nacque nel 1937 grazie alla qualità del prodotto e all’interesse per lo sport che Italo Taffa condivideva con i clienti, divenne presto il luogo di ritrovo di tanti milanesi appassionati.

Negli anni della guerra, l’acquisto di una partita di gabardine di ottima qualità fu l’occasione per ampliare l’attività alla produzione e alla vendita di abbigliamento sportivo, con la creazione di una piccola sartoria specializzata. Il primo prodotto fu una giacca a vento con cappuccio e tascone frontale, color carta da zucchero, che incontrò molto favore presso i clienti, una clientela che, come affermava lo stesso Italo Taffa nel corso di un’intervista nel 1969, era molto sensibile alla pubblicità e soprattutto attenta alle “marche usate dai campioni o dalla squadra nazionale”.

Completo Italo Sport
Schizzo di Gianpaola Taffa per Italo Sport
Completo Valimon Italo Sport
Completo Valimon Italo Sport
Completo Italo Sport
Completo Italo Sport

Se a condurre l’impresa e l’attività del laboratorio per l’attrezzistica era Italo Taffa, a dirigere la sartoria, che crebbe negli anni fino a impiegare due sarti e dieci lavoranti, era la moglie Gianpaola Tappella che, da sempre molto sensibile e attenta al tema della moda, come il marito, seppe tradurre la propria passione in una professione al servizio dell’azienda, della quale divenne la stilista.

Dalle sue indicazioni, schizzi e ritagli, nascevano due collezioni all’anno, una invernale e una estiva, che venivano presentate a una selezione di giornalisti e di clienti, nei mesi di novembre e di maggio, nelle sale dei più eleganti alberghi di Milano, tra i quali l’Hotel Continental in via Manzoni.

La produzione, pur comprendendo anche capi di vestiario per l’uomo, si rivolgeva prevalentemente a un pubblico femminile altoborghese, che le clienti avrebbero indossato nelle località di villeggiatura più in voga, per praticare diversi sport come lo sci e il pattinaggio, il tennis, il golf e la vela e nelle diverse occasioni mondane a cui avrebbero partecipato.

Rivista sci

Due articoli del 1960 e del 1962, pubblicati dalla rivista “Sci”, sottolineavano il ruolo da protagonista nel panorama milanese e italiano giocato da Italo Sport agli occhi degli operatori più attenti. Il laboratorio e la sartoria erano frequentati da numerosi grandi campioni, così come testimoniato dalle cartoline di ringraziamento inviate a Italo Taffa e conservate in archivio33; tra di essi vi era anche Lea Pericoli, icona di stile ed eleganza.

Completo Valimon Italo Sport

2. La silhouette sportiva è lo chic assoluto

Uno shooting fotografico ideale raccoglie alcuni tra i più rappresentativi modelli di Italo Sport dagli anni cinquanta agli anni settanta, documentando il passaggio dall’alta moda sartoriale, alla moda boutique e al prêt-à-porter, mantenendo sempre quell’eleganza delle linee e quella cura per i dettagli caratteristica del marchio.
Un racconto per immagini ci restituisce pienamente la varietà della produzione di Italo Sport: modelli per lo sport e il tempo libero in montagna da giorno e da sera; activewear per ogni tipo di disciplina sportiva, come per esempio il tennis, il golf, l’equitazione e la scherma; sportswear per la villeggiatura estiva e abbigliamento casual per la città.

Collezione SCI

Collezione GIORNO

Collezione SERA

Collezione MANTELLE e SOPRABITI

Collezione ACCESSORI

Festival della moda SANREMO

Circolo degli industriali MILANO

Villa d’este CERNOBBIO